palazzovescovile

Il Palazzo Vescovile è la sede del Vescovo di Parma e della curia diocesana. Il primo nucleo del Palazzo Vescovile di Parma è sorto fra il 1045 e il 1055 per iniziativa del vescovo filo imperiale Cadalo ed è completato nella forma attuale dal vescovo Bernardo II alla fine del XII sec., mentre al vescovo Grazia si deve l’attuale facciata eretta nel 1232-1234.

GLI AMPLIAMENTI MEDIEVALI

Osservando il ramo settentrionale dell’edificio in vicolo del Vescovado, sono ancora visibili alcuni elementi risalenti a questo primo periodo: una torre e un grande portale con gli stipiti in blocchi lapidei romani reimpiegati, nonché, più in alto, alcune tracce di bifore con archetti bicromi in conci di cotto e pietra bianca alternati.

A partire dal 1172 il vescovo Bernardo II inizia una campagna di lavori di sovralzo e di ampliamento verso est conclusi probabilmente da un torrione nell’angolo nord-est. Ma le addizioni più notevoli alle strutture del palazzo sono da ascriversi al fiorentino vescovo Grazia che fra il 1232 e il 1234 fece erigere la grande facciata su piazza Duomo (riportata alla luce negli anni ‘20 del secolo scorso.

Osservando il ramo settentrionale dell’edificio in vicolo del Vescovado, sono ancora visibili alcuni elementi risalenti a questo primo periodo: una torre e un grande portale con gli stipiti in blocchi lapidei romani reimpiegati, nonché, più in alto, alcune tracce di bifore con archetti bicromi in conci di cotto e pietra bianca alternati.

A partire dal 1172 il vescovo Bernardo II inizia una campagna di lavori di sovralzo e di ampliamento verso est conclusi probabilmente da un torrione nell’angolo nord-est. Ma le addizioni più notevoli alle strutture del palazzo sono da ascriversi al fiorentino vescovo Grazia che fra il 1232 e il 1234 fece erigere la grande facciata su piazza Duomo (riportata alla luce negli anni ‘20 del secolo scorso.

aspettorinascimentale
palazzovescovile

L’ASPETTO RINASCIMENTALE E LA FACCIATA BAROCCA

Non si hanno notizie di ulteriori modificazioni al palazzo sino alla seconda metà del XV secolo, quando il vescovo riminese Sagramoro de’ Sagramori (1476-1482) interviene pesantemente sul fronte est tamponando il portico a piano terra per ottenervi delle stanze e fa dipingere con una decorazione a scacchiera il cortile interno.

Ma ben più sostanziali modificazioni vengono apportate sotto l’episcopato del cardinale Giovanni Antonio Sangiorgio(1499-1509): si unifica l’altezza del fronte est dell’edifici, eliminando la merlatura e costruendo in gronda un imponente cornicione rinascimentale in terracotta, mentre nella corte interna si costruisce il doppio loggiato rinascimentale. Nel XVIII secolo, il vescovo Camillo Marazzani (1711-1760) trasforma definitivamente l’edificio in una imponente architettura barocca, modificando il fronte principale e tamponando il loggiato interno.

TORNA SU