Concepito originariamente come contenitore per ospitare dei servizi della corte farnesiana, atto ad integrare il sistema delle residenze ducali, il monumentale palazzo della Pilotta ebbe inizio con ogni probabilità ad essere costruito intorno al 1583, durante gli ultimi anni del ducato di Ottavio Farnese (1547-1586), su progetto dell’urbinate Francesco Paciotto. I lunghi corridoi disposti ortogonalmente a delimitare una vera e propria “cittadella”, con il suo sistema di cortili interni e il parato in rustici mattoni, erano destinati a contenere magazzini, scuderie, caserme, nonché una grandiosa sala d’armi poi trasformata in teatro di corte.
Il complesso deriva il suo nome dal gioco nobiliare della “pelota” che si praticava nei suoi cortili in particolari occasioni di rappresentanza. Già sede di una selezionata quadreria ducale e di una raccolta libraria in epoca farnesiana, la Pilotta, durante il governo di Don Filippo di Borbone (1748-1765), ospita l’Accademia di Belle Arti con la sua collezione artistica, da cui poi avrà origine la Galleria Nazionale, la Biblioteca Palatina e il Museo archeologico, istituzioni oggi ancora in essa ubicate insieme con la Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e architettonico di Parma e Piacenza, e con il al Museo Bodoniano.
Concepito originariamente come contenitore per ospitare dei servizi della corte farnesiana, atto ad integrare il sistema delle residenze ducali, il monumentale palazzo della Pilotta ebbe inizio con ogni probabilità ad essere costruito intorno al 1583, durante gli ultimi anni del ducato di Ottavio Farnese (1547-1586), su progetto dell’urbinate Francesco Paciotto. I lunghi corridoi disposti ortogonalmente a delimitare una vera e propria “cittadella”, con il suo sistema di cortili interni e il parato in rustici mattoni, erano destinati a contenere magazzini, scuderie, caserme, nonché una grandiosa sala d’armi poi trasformata in teatro di corte.
Il complesso deriva il suo nome dal gioco nobiliare della “pelota” che si praticava nei suoi cortili in particolari occasioni di rappresentanza. Già sede di una selezionata quadreria ducale e di una raccolta libraria in epoca farnesiana, la Pilotta, durante il governo di Don Filippo di Borbone (1748-1765), ospita l’Accademia di Belle Arti con la sua collezione artistica, da cui poi avrà origine la Galleria Nazionale, la Biblioteca Palatina e il Museo archeologico, istituzioni oggi ancora in essa ubicate insieme con la Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e architettonico di Parma e Piacenza, e con il al Museo Bodoniano.
La Biblioteca Palatina, che ha sede, fin dall’origine, nel palazzo della Pilotta deve la sua fondazione alla illuminata politica culturale dei duchi Filippo e Ferdinando di Borbone e all’opera del bibliotecario Paolo Maria Paciaudi, che adottò per primo in Italia il catalogo per autori a schede mobili.
Arredata con lignee scaffalature disegnate da Petitot e suddivisa per materia in sei classi principali (teologia, nomologia, filosofia, istoria, filologia, arti liberali), la Biblioteca Palatina fu inaugurata nel maggio del 1769; sin dall’inizio godette del diritto di stampa e fu aperta alla pubblica consultazione. Si deve al bibliotecario Angelo Pezzana l’acquisizione di raccolte private di eccezionale valore e la realizzazione del Salone di lettura “Maria Luigia” (1830).
Dall’Unità d’Italia è Biblioteca statale. Nel 1889 è stata annessa la Sezione Musicale presso il Conservatorio di Parma.