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Il fascino degli affreschi realizzati da Correggio e l’originalità della sua invenzione illusionistica, che fanno della Camera di San Paolo uno dei massimi capolavori del Rinascimento italiano, hanno sempre attratto visitatori e illustri studiosi da ogni parte del mondo. Eppure il loro significato resta tuttora misterioso.

Camera della Badessa

La Camera di San Paolo, anche conosciuta come camera della Badessa, è un ambiente dell'ex Monastero di San Paolo a Parma, celebre per essere stato affrescato nel 1518-1519 dal Correggio. La decorazione comprende la volta (697x645 cm) e la cappa del camino, ed è incentrata sul tema della dea Diana e delle rispondenze filosofico-mitologiche.

La badessa Giovanna Piacenza nei primi dieci anni del suo superiorato avviò una sistemazione architettonica e pittorica del monastero, che nel 1514 culminò con la decorazione ad affresco di una volta in una stanza del suo appartamento privato da parte di Alessandro Araldi. Questo lavoro era però impostato ancora su schemi quattrocenteschi. Non soddisfatta dell'opera pochi anni dopo chiamò ad affrescare un'altra stanza attigua un pittore più giovane e più aggiornato sulla "maniera moderna", il Correggio, che verso il 1519 la raggiunse a Parma trasferendosi dalla sua. Si ritiene che l'esecuzione sia avvenuta intorno al 1519, pur non essendoci pervenuti documenti scritti. Non sappiamo come il Correggio sia entrato in contatto con la badessa ma, dato che il monastero di San Paolo era benedettino, è possibile che abbiano giocato un ruolo i rapporti che l'artista aveva avuto con i benedettini di San Benedetto Po a Mantova.

A lato sopra, la volta affrescata dal Correggio
A lato in basso, l'ingresso al monastero
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Camera di San Paolo

Dell'antico monastero delle suore benedettine, che fu ricostruito alla fine del '400, sono oggi visitabili due stanze. L'accesso, attraverso un vialetto alberato, introduce immediatamente alle stanze della Badessa Giovanna da Piacenza. Le due camere, comunicanti, sono opera una di Alessandro Araldi che vi lavorò nel 1514, l'altra di Correggio che la portò a termine nel 1519.

L'Araldi propone una decorazione molto vicina ai canoni della pittura romana dell'epoca, descrivendo scene sacre e profane. Troviamo così una volta decorata a candelabri su fondo blu, attorniata da tondi, riquadri e lunette illustrate con scene del Vecchio e del Nuovo Testamento.

La Camera della Badessa Giovanna, opera del Correggio, invece, introduce a Parma un linguaggio pittorico compiutamente umanistico. Dipingendo un berceau ad intrecci vegetali, Correggio annulla le cordonature dell'originale volta tardo gotica ad ombrello. Lo spazio architettonico viene quindi annullato dallo spazio dipinto come i dettami filosofici della cultura neoplatonica suggerivano all'autore.
La decorazione si evolve, dal centro della volta con il triplice lunare stemma della Badessa, suddividendosi in sedici spicchi; i putti si affacciano, dagli ovali, nell'intreccio di rami e foglie portando simboli allegorici della caccia. Ad ognuno dei sedici oculi corrisponde una lunetta monocroma con personaggi mitologici illuminati dal basso in maniera tale da risultare quasi come bassorilievi. Sul camino è rappresentata Diana, a simboleggiare la stessa Badessa, alla guida del carro, in procinto di partire per una battuta di caccia.
A fianco rimane una piccola stanzetta con una copia dell'Ultima Cena eseguita dall'Araldi.

La Cella di Santa Caterina è un piccolo vano posto ai margini del giardino dell'ex convento delle monache benedettine di San Paolo. Sulle due pareti Alessandro Araldi (1460 circa - 1528) affrescò due scene della vita della Santa: La disputa di Caterina davanti all'imperatore Massimino e Santa Caterina e San Girolamo.
L'accesso alla Cella varia a seconda della disponibilità degli operatori ed è gratuito.

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